Dedichiamo una sezione alla pubblicazione di Immagini e Fotografie Antiche, ringraziando per la disponibilità: Hugo Hugo Daniel, che ci ha permesso di attingere materiale dalla sua ricca collezione personale.
Ringraziamo inoltre: Torino Piemonte Antiche Immagini, provvista di un vastissimo repertorio consultabile nella Pagina fb.
Le antiche fotografie le abbiamo inserite senza seguire una precisa logica; né cronologica, neppure per argomento o tema.
Ci siamo dilettati a saltellare virtualmente nel tempo, avanti e indietro, spaziando alla rinfusa in un caos collegato da un impercettibile filo conduttore…
Chiunque desiderasse rintracciare nello specifico qualche immagine, lo può fare collegandosi alle pagine fb: Torino Piemonte Antiche Immagini & Hugo Hugo Daniel dove troverà catalogate queste e numerose altre fotografie.

Incominciamo con Lei, la Regina, il simbolo della città, ovvero: la Mole Antonelliana. Immortalata il 23 Maggio 1953, subito dopo un impetuoso nubifragio che, abbattutosi sopra la città, l’ha privata della punta.
“Era il tardo pomeriggio del 23 maggio 1953, ore 19,10.
Dopo una giornata caldissima, 35,8 gradi, record imbattuto per il mese di maggio, il cielo quasi improvvisamente divenne buio e si scatenò un nubifragio con furiose raffiche di vento.
La guglia della Mole, 47 metri, 400 tonnellate, si staccò di netto e la sua stella andò a schiantarsi ai piedi del vecchio palazzo della Rai in via Montebello angolo via Verdi.
Tra i testimoni sbigottiti c’era un giovane Piero Angela, allora lettore del Giornale Radio in onda da Torino.” (da La Stampa)

Andiamo indietro nel tempo, quando nel 1860 alcune lavandaie sciacquavano i panni lungo le rive del fiume Po, nei pressi del ponte Maria Teresa (all’altezza dell’attuale corso Fiume).
Il ponte Maria Teresa venne progettato dell’ingegnere francese Paul Lehaitre.
Costruito nel 1840, grazie ad un accordo fatto dal Re con una società privata, lasciandole in cambio il diritto di far pagare e percepire (per 70 anni) un pedaggio.
Il ponte, costruito prevalentemente in metallo ferroso, era sorretto da enormi funi d’acciaio fissate sopra 4 torri alte 14,10 metri.
Lungo 127 metri e largo 6, venne dedicato alla moglie del Re Carlo Alberto: Maria Teresa d’Asburgo-Lorena.
Dal 1879 incominciò ad avere gravi problemi di stabilità e sicurezza per via della rottura dei cavi.
Nel 1881 fu venduto alla città di Torino che ne tolse il pagamento del pedaggio.
Nel tempo a venire il deterioramento del ponte continuò inesorabile tanto da dover essere chiuso nel 1897 per essere poi abbattuto nel 1906.
Esattamente un anno dopo, nel 1907 venne inaugurato il ponte Umberto I, nel frattempo fatto costruire qualche metro più a nord.

L’immagine a colori, immortala 125 anni dopo la precedente fotografia, una Fiat 127 intenta a svoltare in corso Unione Sovietica; siamo all’altezza del torrente Sangone in prossimità dell’imbocco per la tangenziale.

Di nuovo Lei, Simbolo principale della città, ancora in costruzione s’innalza poderosa.
Siamo nel 1880 e Alessandro Antonelli sta per ultimare la sua creatura maggiore. La struttura in muratura all’epoca più alta al Mondo.

Tre anni dopo, siamo nel 1883, di fronte una via Roma ancora priva di portici s’allunga nel tratto che da piazza San Carlo conduce in piazza Castello.
Via Roma venne realizzata e aperta nel XVI secolo, allora chiamata “Via Nuova” o più popolarmente “Contrada Nuova”. Larga 10 metri divenne da subito l’asse principale della città.
Fino al 1800 terminava all’altezza di via Gramsci, successivamente venne prolungata fino all’attuale piazza carlo Felice.
Nel 1871 venne dedicata a Roma.
Agli inizi del 1900 la via era molto trafficata, veniva percorsa da due linee tranviarie e presentava diverse sale cinematografiche.
Ancora priva di portici, lungo i lati stazionavano numerose bancarelle, precorritrici degli attuali negozi e Boutique.
Nel 1931, venne effettuato una prima opera di restauro, che riguardava il tratto compreso tra piazza San Carlo e piazza Castello. Furono ristrutturati gli edifici e dotata di portici pavimentati in marmo.
La seconda parte che collega piazza San Carlo alla Stazione ferroviaria di Porta Nuova, fu ristrutturata nel 1938.

Il primo piano della Regina Margherita Maria Teresa di Savoia immortalato nel 1885. Regina molto amata dagli italiani, tanto che a lei venne dedicata l’omonima pizza.
Margherita di Savoia (Torino, 20 novembre 1851 – Bordighera, 4 gennaio 1926), consorte di re Umberto I, fu la prima regina consorte d’Italia.

Balziamo nel 1920 dove una cartolina mostra una “glabra” piazza Castello, suggestiva quanto ammirevole.

Sempre di quel periodo, il Castello del Drosso si erige immortalato tra la vegetazione, la foto lo ritrae nel 1918.
Castello d’origine medievale di cui si ha notizia fin dal 1100. Feudo dei monaci di Staffarda, poi dei vescovi di Torino, nel 1334 passò ai Gorzani, poi ai Vagnone; alla fine del XVI sec. divenne proprietà dei Gromis, che lo posseggono a tutt’oggi.
Il castello, abitato fino a pochi anni orsono, ha subito alcune trasformazioni importanti nel Settecento e nella prima metà dell’Ottocento. L’assetto del parco risale alle sistemazioni ottocentesche. La cappella. di gusto alfieriano, risale agli interventi settecenteschi.

Ancora una cartolina del 1920, ritrae la vecchia stazione di Porta Susa avvolta per meta’ (verso l’attuale corso Bolzano) da quello che fu un giardino.

1910, sempre via Roma fotografata da piazza San Carlo, madame e monsù nella quotidianità dell’epoca.

Dieci anni dopo, nel 1920 corso Siccardi mostra un filobus in lontananza come unico veicolo presente.

Senza distaccarsi da quegli anni, nel 1920 una carrozza sosta di fronte a…e qui si apre un quesito

Identico anno (1920) ci si sposta in corso Racconigi, ovvero nei confini della città, gli estremi della periferia.

Del 1922 l’immagine che ritrae via Cernaia in corrispondenza di piazza San Martino (successivamente diventata piazza XIII Dicembre)…Chi in quel momento fotografa volta le spalle alla vecchia stazione di Porta Susa.

1927, primo piano di cinque persone in posa a Mirafiori (che poi potrebbe essere qualsiasi posto), ma vi assicuriamo che di Mirafiori trattasi.

Di nuovo un balzo in avanti, per finire nel 1959, dove via Roma agghindata a festa Natalizia si manifesta di quel che sarà il boom economico del nostro paese.

1931, la stessa via Roma durante la fase iniziale di demolizione per essere restaurata ampliata e completata di portici.

L’anno è lo stesso anno, una gara in piazza San Carlo tra diversi minori sopra miniciclobolidi.

Un altro balzo in avanti ci porta al 1980 in una via Garibaldi non ancora pedonalizzata.

Per poi ritornare al 1932, in piazza Castello dove il primo tram con le porte automatiche si appresta a svoltare su via Roma

Nel 1936, a tre anni dall’apertura il nuovo mercato ortofrutticolo all’ingrosso in via Giordano Bruno dà il via ad una lunga stagione che terminerà negli anni ’90, con il trasferimento in strada del Portone.
Inaugurato il 28 ottobre 1933, Il complesso, contrariamente al progetto iniziale che prevedeva la sua localizzazione nei pressi di Porta Palazzo, sorse invece nella zona sud della città, adiacente alla stazione di smistamento e dalla dogana.

Sempre in quel periodo, nel 1930, in piena zona Crocetta, via Galliano angolo corso Duca d’Aosta, la Madamina posa in un area non ancora pedonalizzata, lo diverrà in seguito al proliferare delle autovetture.

1936…Ancora piazza Castello, il centro geografico cittadino, inquadrata da una prospettiva leggermente differente.

Sedici anni prima, nel 1920 una suggestiva via Po si fa ammirare nel suo vuoto (di autovetture) storico splendore.

Cinquant’anni dopo, quando anche le foto erano diventate a colori, Porta Susa spicca a ridosso di una rotonda con aiuola fiorita.

Ed eccoci nel 1941 per fare un salto appena fuori città in una cascina di San Benigno

Poi di nuovo in città, nel 1955, ad ammirare l’avanzare di una locomotiva sopra i binari presso Porta Susa

Quindici anni prima, nel 1940, in posa davanti alla chiesa Santa Rita da Cascia nell’omonima piazza.
I lavori per la realizzazione della chiesa cominciarono nel 1927 per terminare nel 1933, il complesso terminante con un campanile acuto, è alto 40 metri. L’autore del progetto fu l’architetto salesiano don Giulio Valotti

E poi di nuovo in posa, nel 1956 in corso Tazzoli.

1983 corso Vercelli congestionato dal traffico, nel tratto periferico, all’altezza del n°382, direzione Falchera Settimo.

Piazza Solferino sfoggia una suggestiva Fontana Angelica ghiacciata in una gelida giornata invernale del 1956.
La fontana venne eseguita nel 1930 da Giovanni Riva (1890-1973),ed è composta da quattro gruppi statuari, allegorici delle stagioni, con figure maschili e femminili circondate da putti e simboli naturali.

Sempre in quell’anno (1956) ma in un mese diverso il nuovo filobus rosso crema parte da piazza San Carlo

Ritorniamo decisamente indietro di 56 anni, quando, esattamente nel 1900, una “rue du Po'” piemontesizza in francese la via che collega piazza Vittorio a piazza Castello.

35 anni dopo, nel 1935 musicisti si dilettano a Porta Palazzo.

Siamo nel 1950, questa volta ad essere immortalato e’ il Monte dei Cappuccini.
Sul quale a 284 metri sopra il livello del mare sorge l’omonimo Convento, è un rilievo “isolato”, in quanto si eleva di oltre 50 metri sulla pianura sottostante in cui scorre il fiume Po.

Quindici anni prima, un manifesto pubblicitario del 1935 mostra una vettura Fiat Balilla, il nome dell’automobile era confacente al periodo.

1955 corso Vercelli all’altezza di piazza Crispi…si cercano smentite

Trentacinque anni prima, un ombrellino sorretto in una piena giornata di sole, da una madamina; siamo nel 1920 in corso San Maurizio in un atmosfera da “piccolo mondo antico”.

Ancora più indietro nel tempo, nel 1905 una fotografia panoramica offre una delle prospettive maggiormente gettonate della città. In questa salta all’occhio la Mole Antonelliana priva di punta. Non e’ in costruzione e nemmeno manca per via del nubifragio del 1953 (quasi quarant’anni dopo).
Nel 1904 durante un nubifragio, un fulmine abbatte’ il genio alato (poi sostituito con la stella).
“In origine la stella della Mole fu a cinque punte, piccola e piatta (bidimensionale) perché raffigurava la “stella d’Italia” sulla testa della statua di un “Genio Alato” disegnato da Alessandro Antonelli. L’opera completò la Mole il 10 aprile del 1889 a quota 163 metri e 35 centimetri ma Antonelli non ebbe la soddisfazione di vederla lassù: era morto cinque mesi prima, il 18 ottobre 1888.”
Fu comunque una stella sfortunata perché l’11 agosto 1904 un uragano piegò il Genio Alato, che fu rimosso per evitare che precipitasse. Ora è conservato nel Museo del Cinema, che nel frattempo ha trovato sede nella Mole: un ritorno a casa.”(La Stampa)

Cinque anni dopo, nel 1910, ecco una foto del borgo Rubatto (dove strada Val Salice sbocca su corso Moncalieri), Rubatto deriva da un cognome di una famiglia che abitava li e che alla fine del ‘700 diede origine assieme ad un gruppo di case al borgo abitato da lavandaie e barcaioli.
Nei giorni di festa il borgo veniva raggiunto da famiglie e comitive provenienti da Torino, a fare spuntini e danze campestri, ciò fece si che aprissero diverse locande e trattorie.

Un Flash ci proietta nel 1980 dove il palazzo della Rai spicca sul piazzale di fronte a Porta Susa.

1957 filobus

Siamo negli anni ’60, precisamente nel reparto presse all’interno della Fiat Mirafiori…Ovviamente non poteva mancare.

Sempre in quegli anni, 1961, la monorotaia Alweg presso il laghetto artificiale del palazzo a Vela.
“Tra maggio e ottobre del 1961 Torino ospita le celebrazioni del primo centenario dell’Unità d’Italia.
Il luogo prescelto dal Comune per l’allestimento degli eventi è l’area compresa tra il Po e via Ventimiglia lungo corso Unità d’Italia, nonostante questa sia identificata dal recente Piano regolatore (1959) come zona da destinare a verde.
Le architetture espositive realizzate per l’evento e l’organizzazione stessa delle celebrazioni puntano a diffondere un’immagine patinata del progresso tecnico raggiunto dalla grande città industriale”. (da:Museotorino.it)

L’anno e’ lo stesso,1961, il posto e’ un incognita, un quesito…Villa M?

Ritorniamo indietro nel tempo, spostiamoci di nuovo in via Roma in pieno restauro, l’anno e’ il 1936.

Di nuovo trent’anni avanti, 1966, per entrare dentro il parco Michelotti allo Zoo.

1966 gabbia giraffe. Lo Zoo venne aperto ufficialmente il 21 ottobre 1955 e chiuso, dopo 33 anni il 29 marzo 1987.

L’anno rimane pressappoco lo stesso, 1968, facciamo un salto fuori, a Rivoli in piazza Martiri della Libertà, dove nasce via Piol.

1941 si ritorna a Torino, in via Nizza per ammirare una drogheria…”Moderna”

1950, ci spostiamo in piazza della Repubblica tra le bancarelle del mercato di Porta Pila (Porta Palazzo).
Il mercato di Porta Palazzo si stabilisce in piazza della Repubblica nel 1835, due anni prima che questa sia completata, riunendo i mercati dapprima insediati in piazza Palazzo di Città e piazza Corpus Domini. La piazza è attrezzata di tettoie per la vendita dei commestibili, e successivamente per la conservazione delle merci si utilizzano le Ghiacciaie (documentate nel 1922), grandi locali nel sottosuolo suddivisi in quattro piani sotto il livello della strada, demolite e ricostruite nel 1945. Nel corso dei decenni il mercato si amplia fino a diventare il mercato all’aperto più grande in Europa (Museotorino.it)

1943 Diversi palazzi di corso Giulio Cesare abbattuti dalle bombe della II Guerra Mondiale.

Lasciamo il passato remoto per approdare al passato…Anni ’80 Piazza Benefica.

1957…Una piazza San Carlo meno pedonalizzata del presente.

Una colorata fotografia di via Cernaia (e caserma) nel 1970 fa il verso ai “carosello”
“La caserma, che porta il nome di una vittoriosa battaglia della guerra di Crimea, venne costruita nel 1864 sui terreni della Cittadella di Torino, antica fortificazione smantellata per far spazio all’espansione urbana.
Durante il secondo conflitto mondiale, l’edificio fu colpito dai bombardamenti dell’8 novembre 1942 e del 13 luglio 1943″. (da: Museotorino.it)

1983 Stazione Dora, il cui servizio iniziò il 20 ottobre 1856.

1975 Capolinea dell’autobus 64 in una trafficata piazza San Carlo.
Chiunque desiderasse cercare immagini nello specifico può consultare la ricca collezione personale fb di Hugo Hugo Daniel oppure visionare il gruppo fb Torino Piemonte Antiche Immagini

Corso Vercelli 1 immortalata negli anni ’80

Stessi anni ’80 ma si cambia zona, via Guido Reni 19, in prossimità del cavalcavia che conduce in via Santa Maria Mazzarello.

Trent’anni prima, nel 1956 le Casermette di via Tripoli, angolo corso Sebastopoli. Giunti in Italia gli esuli giuliano-dalmati trovano sistemazione all’interno di Centri di Raccolta Profughi: un totale di 109 strutture diffuse a macchia di leopardo sull’interno territorio nazionale. Tra queste vi sono le Casermette di borgo San Paolo, attive dal 1944 al 1966, e oggi sede del V Reparto Mobile della Polizia di Stato. (museotorino.it)

Intanto che nel 1958 Largo Tabacchi appare come un villaggio incantato.

Di nuovo nel 1984, dove via Martorelli incrocia largo Giulio Cesare.

E ancora, senza cambiare anno si cambia zona, corso Siracusa angolo corso Salvemini in una immagine avveniristica.

Anni 40-50 Zona Molinette: “Book”

Anni ’70 cinema Milano, in via IV Marzo 14, angolo via Milano.

Per scoprire nel 1980 un Girarrosto Santa Rita…il primo aperto a Santa Rita il 5 Ottobre 1963.

Di nuovo indietro, nel 1958, verso il Monte dei Cappuccini.

Ancora giraffe, però queste sono del 1958, le stesse di prima ma più giovani.

Un Palazzo Madama in abito da sera, smoking e papillon, con auto parcheggiate di fronte stile american-graffiti…Made in Italy.. siamo nel 1962.

Una suggestiva Piazza Vittorio Veneto, la vecchia piazza d’Armi fotografata allo specchio nel 1910

Dopo diversi balzi nel tempo si fa un grosso salto a ritroso, per finire nel 1650 con una mappa a mostrare la città di allora.

Per poi tornare di nuovo qua (o quasi)…Nel 1960, dove piazza Bernini si mostra in tutta la sua ampiezza…Di fronte l’Isef, sullo sfondo le Alpi prive di neve.

Colei che ha condizionato la città in questo ultimo secolo, Fiat Mirafiori fotografata nel 1966.
Inaugurato nel 1939, lo stabilimento Fiat Mirafiori è l’emblema della Torino industriale, importazione perfetto dell’americano sistema ford con tutto quello che ha comportato nella storia politica, economica e sociale di Torino e non solo.
E’ arrivato a contare 22.000 operai, una paese nella città.

Vent’anni dopo (1985) ricompare il Mercato di Porta Palazzo con una panoramica dove in lontananza, nel centro immagine, si vede emergere la cupola della Chiesa di San Lorenzo.

Sempre anni ’80 via Monginevro dopo via De Santis.

E rieccoci riapprodare nel 1967 per festeggiare il carnevale sulle giostre di piazza Vittorio. Piazza Vittorio era sinonimo di “Carnevale”.
La piazza era interamente occupata dalle giostre e dai baracconi, con giostre adatte per ogni età, dalle recenti ultragettonate montagne russe ai calci in culo, ai tanti fenomeni o presunti tali che venivano esibiti al pubblico dietro un modico compenso. Mangiafuoco, la donna cannone, l’uomo barbuto, Maciste…
Sin dall’ Ottocento e per oltre cento anni (fino al 1986) il carnevale di Torino fu uno dei più grandi avvenimenti attesi dall’intera cittadinanza.

Nello stesso periodo, nel 1969, via Garibaldi s’allunga per quasi un chilometro collegando piazza Castello a piazza Statuto.

Trent’anni prima, 1940, una surreale via Pietro Micca.
Progettata nel 1885 nell’ambito del piano di risanamento promosso dalle autorità civiche, venne realizzata in cinque anni.
Una delle due vie diagonali del centro città, Pietro Micca fu aperta nel decennio successivo, sancendo la fine di isolati vetusti e fatiscenti.

Di nuovo a Porta Palazzo nel 1971

Una foto ritrae come si presentava il mausoleo de la Bela Rosina nel 1978, attualmente rimesso in auge..in strada Castello di Mirafiori.
Il Pantheon di Mirafiori, conosciuto come Mausoleo della Bela Rosin, fu costruito tra il 1886 e il 1888 per accogliere le spoglie di Rosa Vercellana, moglie morganatica di Vittorio Emanuele II.
L’edificio in stile neoclassico è situato all’interno di un parco in zona Mirafiori sud e ricorda per la forma il Pantheon di Roma. (museotorino.it)

Dopo Porta Susa e Stazione Dora ( le foto di Porta Nuova le vedremo più avanti ) e’ la volta della Stazione Lingotto, così come si presentava nel 1980.
Terzo scalo ferroviario della città di Torino, dispone di undici binari passanti.
Venne costruito nel 1910, come semplice fermata. Subì col tempo diverse trasformazioni, rischiando addirittura di diventare la principale stazione cittadina. Ma sia Porta Nuova che Porta Susa hanno magistralmente mantenuto la propria leadership.

1982 Altro giro, altra corsa…Giostre di piazza Vittorio riprese dall’alto.

Medesimo anno in una piazza Castello solcata da un Centoventisei.

Una nitida fotografia ritrae nel 1930 la posizione (presso i Murazzi) dove nel ‘700 vi era il malfamato Borgo del Moschino.
Lungo le sponde del fiume Po, in corrispondenza dei Murazzi, il Borgo era formato da un gruppo di abitazioni malsane, le baraccopoli abitate da gente che non riusciva a permettersi altro, costituita per lo più da lavandai e barcaioli ai quali faceva comodo dimorare nei pressi del fiume.
Attraversato da una strada principale conosciuta come “contrà d’ le puls” (contrada delle pulci), questo agglomerato degradato rendeva pericolosa l’intera zona Vanchiglia, per via delle insidie degli sbandati che vi vivevano, e per l’aria insalubre dovuta alla grave scarsezza igienica. Il borgo era una continua minaccia, tanto che nel 1833 fu rilevato che il focolaio principale dell’epidemia Colerica fosse scaturito proprio dal Moschino.
Questo fece si che nel 1872 le baracche venissero abbattute e al loro posto venne aperta via Napione e prolungati i Murazzi.

Andiamo nel 1984, in Corso Casale 205, dove c’è la Casa di Emilio Salgari.
Nato a Verona il 21 Agosto 1862 e morto a Torino il 25 Aprile 1911
Nel 1900 Salgari si trasferì con la famiglia a Torino, in corso Casale, prima al civico 298 e poi al 205.
Tra il 1892 e il 1898 pubblicò circa una trentina di opere.
Il 3 aprile 1897, grazie alla regina d’Italia Margherita di Savoia, Salgari venne insignito del titolo di “Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia”.
Malgrado ciò continuava ad essere economicamente ridotto male.
Salgari viaggiò pochissimo, ma creò più di 1.300 personaggi.

In una fotografia scattata anche lei nel 1984 vediamo ritratta la Villa della Tesoriera non ancora rimessa a nuovo.
La Villa La Tesoriera, così nota come abbreviazione di Villa Sartirana detta La Tesoriera, è una settecentesca villa barocca torinese che sorge nel quartiere Parella sito nella Circoscrizione 4.
Costruita tra il 1713 e il 1715 presenta l’ingresso principale della villa è in Corso Francia 192.
Circondata da un enorme parco pubblico: il Parco della Tesoriera, noto in piemontese come “‘l Giardin dël Diav”. All’interno del parco si trova l’albero dalle dimensioni più grosse di Torino, si tratta di un platano con circonferenza del tronco pari a 660 cm, del 1700.

Anno e giorno della Liberazione, 25 Aprile 1945.

1917 – Interno dei portici di Corso Vittorio Emanuele e Via Sacchi – Caffè Français – Liquoreria – Birraria – Cambio

Una periferica via Veglia dove alcuni ragazzini nel 1960 se la spassavano, negli anni dove l’età media era molto bassa e al boom economico-industriale corrispondeva un altrettanto boom demografico

Trent’anni prima piazza Carlo Felice pullulava di vita.
Costruita nel 1822, la sistemazione della piazza venne definita nell’ambito del Piano d’ingrandimento della capitale (1851-1852) per regolare la crescita delle zone di Porta Nuova, Porta Susa, Borgo Dora e Vanchiglia.

Una via Roma sfrecciante di fari a far da supporto alle illuminazioni per le festività natalizie del 1966-67.

1940 circa – Torino – L’Ospedale Molinette in Corso Bramante.
Tra il 1926 e il 1934 venne edificato un grande complesso ospedaliero destinato ai servizi collettivi. Disegnato dagli ingegneri Eugenio Mollino (1873-1953) e Michele Bongioanni, era costituito da moderni padiglioni.
Una struttura che come gran parte delle opere edili di quel periodo verteva nel razionalismo.

Siamo nel 1951 di fronte ad una fotografia che rappresenta appieno l’idea del brivido provato sulle montagne Russe, attrattiva principale del carnevale trascorso in piazza Vittorio Veneto.

Prati e campi “ravverdivano” la periferia cittadina, dove in pieni anni ’50 corso Siracusa pareva la location perfetta per una scampagnata ed una partitella.

Trent’anni dopo, nel 1980 una via Tripoli non troppo trafficata con in mostra il muso di un Fiat 127.

Un rewind deciso ci proietta agli inizi del ‘900, dove il dipinto di via Pietro Micca innevata ce la mostra con un romanticismo regalmente sabaudo.

Come sulle montagne russe si sballottola su e giù nel tempo, per finire negli anni ’50-’60 in via Volpiano angolo corso Vercelli.

L’anno è il 1954, la zona la si può tentare ad intuire…

I colossi dell’India allungano il naso..1956

Il Re della Foresta nel 1970, lì dove né foresta e neppure Re

Operai ritratti davanti ai portoni della Fiat Mirafiori nel 1955

Una “recente” fotografia di piazza Vittorio (1985).
Antica Porta di Po, poi, tra il 1663 e il 1800 antica piazza d’Armi.
Di forma rettangolare con un lato a semicerchio, si estende su una superficie di 39.960 m² (360 X 111 metri massimi).
Viene considerata dai torinesi la piazza più grande d’Italia o d’Europa; invece, la piazza più grande…di Torino è Piazza delle Repubblica (51.300 m²).
Resta comunque la piazza porticata più grande d’Italia.

Anni 60 , in una Porta Palazzo “Anni Ruggenti” appaiono più auto dell’epoca che bancarelle. Di fronte l’edificio storico del 1916, del Mercato IV Alimentare o Antica Tettoia dell’Orologio.

Panoramica verso l’ospedale delle Molinette con la catena innevata delle Alpi alle spalle nel 1956

Nel 1960 Corso Siracusa angolo via Tirreno si allunga come una stradina di paese, senza automobili, senza persone, senza tempo…

Sempre in quegli anni, (siamo nel 1962), una gremita piazza San Carlo fa da parcheggio a cielo aperto.

Mantenendoci in quel periodo, 1963, e spostandoci in un periferico corso Giambone, nei pressi della Stazione Lingotto, in corso Corsica non rimane che prato…

Ventidue anni più tardi, nel 1985, via Roma rispecchia di insegne luminose e modernità in quello che per molti altro non sono che ricordi.

Ritornare nel 1964, in piena periferia presa di mira dall’ edilizia, ci troviamo in corso Salvemini 19

La porta più antica della città, ovvero la porta romana più antica al Mondo, Porta Palatina fotografata nel 1960, un inezia di tempo è passato per lei che sussiste da quasi duemila anni.
Ringraziamo Hugo Hugo Daniel per averci dato la possibilità di poter utilizzare materiale proveniente dalla sua ricca collezione personale consulta bile su: Hugo Hugo Daniel . Ringraziamo inoltre Torino Piemonte Antiche Immagini provvisto di un immenso repertorio consultabile nella Pagina fb

La chiesa di Santa Rita fotografata nel 1969

Anni della “Beat Generation”, dei figli dei fiori, contestazioni e classe operaia, 1974 dove diverse persone affollano un tratto di Strada delle Cacce.

Ci avviciniamo a noi, pur rimanendo distanti, nel 1987 in un largo Re Umberto affollato di vetture parcheggiate.

Maciste negli anni ’60 si esibisce a Porta Palazzo, dietro lo sguardo divertito dei ragazzetti che probabilmente lo avevano già visto esibirsi al carnevale di piazza Vittorio.

Dieci anni prima, in una innevata via Giacomo Dina, cavalli da trasporto stazionano in attesa del contadino. Si era fuori periferia.

Stazione Lingotto nel 1980

Funerale presso la chiesa di Regio Parco negli anni ’60

Una nitida fotografia inquadra la classica biciletta da cross degli anni ’60-70 affianco ad una Fiat 500, siamo in via Sesia angolo Santhià.

Siamo nel 1981 e ad essere inquadrata è una locomotiva 245 presso la Fiat Mirafiori.

Arrivano le tanto sospirate vacanze, si è nell’agosto del 1966 e si parte, la famiglia tutta dentro al “cinquino”, da Torino diretti per andar giù fino in Puglia, in Calabria, o forse in Campania o nel Lazio. Andata e ritorno con i deflettori al posto dell’aria condizionata.

Quindici anni prima, siamo negli anni ’50, Giardino di Corso Unione Sovietica (ora Corso Turati) , via Tirreno, Corso Re Umberto e Corso Mediterraneo.

Ed ecco come si presentava negli anni ’60 Corso Siracusa, sulla destra spicca il grattacielo della Lancia. Costruito tra il 1954 e il 1957. Nel 1969 venne venduto alla FIAT, che vi restò proprietaria fino al 2005, quando venne ceduto alla Gefim, per poi essere nuovamente rivenduto nel 2008 ad un investitore privato.

Siamo nel 1951, in una via Roma febbricitante per l’ultimarsi delle festività portate via dall’epifania. Un vigile assiste alla distribuzione di doni.

Di nuovo in periferia, di nuovo in corso Siracusa nel 1960.

L’autogrill Pavesi simbolo della voglia di rilancio dell’economia italiana, sulla Torino-Milano all’altezza di Novara, siamo nel 1948

Sempre in quegli anni, siamo nel 1955 lo stabilimento fiat Lingotto inquadrato dal lato via Nizza. Luogo fondamentale nella storia produttiva cittadina, lo stabilimento è icona dell’architettura moderna e tra le prime fabbriche italiane fondate sull’organizzazione del lavoro a catena di montaggio, dietro ispirazione della Ford, (prima ad attuare siffatto sistema produttivo) dopo che Giovanni Agnelli fece visita agli stabilimenti della Ford negli Stati Uniti.

Siamo nel 1978 Gianduja e Giacometta sfilano in piazza San Carlo tra coriandoli stelle filanti e bambini allegri. Il nome Gianduja deriva Gioan dla douja Giovanni del boccale.

1954, nel giorno di San Valentino una coppia di innamorati si scambia un bacio nel parco del Valentino…Bingo.

Nel 1921 La latteria Svizzera all’interno del parco del Valentino pare uno chalet di montagna.

Siamo nel 1968, una famiglia carica la propria Fiat 500 prima di partire per le vacanze, Km e km macinati in un viaggio dove la destinazione coincide col toccare il cielo con un dito…

Siamo negli anni ’30 in una via Roma prima della Restaurazione

Anni ’60…L’orologio floreale nei giardini di piazza Carlo Felice, di fronte a Porta Nuova. Collocato nel lato meridionale, il grande orologio fiorito, perfettamente funzionante, con meccanismo interrato, con le lancette che segnavano l’ora indicando i fiori: fu un regalo della Città di Ginevra, arrivato nella seconda metà del XX secolo, in occasione di una mostra sugli orologi svizzeri.
Con la costruzione della metropolitana, l’orologio fiorito è sparito

1983 di fronte al negozio “Cavallo Pazzo”, un cult per i giovani di allora. Era il lontano 1981 quando, in via Rattazzi, Cavallo Pazzo apre i battenti a Torino.
Non solo un negozio di abbigliamento vintage, ma un vero e proprio luogo di aggregazione: in quegli anni era usanza per i tantissimi giovani, “accamparsi” davanti alla vetrina, inondando di musica, chiacchere, amicizie e amori quel piccolo ma grande angolo di città.
Musica afro, cultura hippie e amore per i prodotti americani convivono con il desiderio di essere alternativi e sempre meno mainstream

Occorre tornare nel 1909 per vedere Porta Nuova, la stazione principale di Torino, dove nella fotografia si lascia ammirare dall’interno.
Nata come termine della linea Torino-Genova inaugurata nel 1853, la stazione fu realizzata dopo l’unificazione italiana, dall’ingegnere Alessandro Mazzucchetti e dall’allievo Carlo Ceppi.
Fra i principali scali ferroviari italiani la stazione di Porta Nuova venne costruita a completamento della linea Torino-Genova, realizzata nel periodo 1845-1853 con la collaborazione dell’ingegnere belga Henri Maus.
Dopo avere ultimate le modernizzazioni dell’attuale via Roma, fra il 1865 e il 1868 sorse la parte strutturale della stazione, con la particolarità stilistica della facciata.
Venne dotata di una copertura a volta in ferro e vetro, poi distrutta..

Altra mappa, altro periodo, per ritrovarsi di fronte una Torino nel 1852

Anni ’50 nel famoso “Caffè Torino” in piazza San Carlo

Nell’immagine una campeggiatrice in posa negli anni ’60, presso il campeggia a Villa Rey.
Villa Rey: Tra le “vigne” (residenze collinari costruite in genere all’interno di un’area a vigneto) e più ragguardevoli della cosiddetta Montagna di Torino, ossia l’area collinare oltre il Po, è appartenuta ai Turinetti di Priero, ai Carron e poi ai Rey, da cui la denominazione attuale.
Parte dell’edificio e della villa sono opera dell’architetto Mario Ludovico Quarini (1736-1800).

Anni 70 periodo di contestazioni, nella fotografia si vedono manifestanti in Corso Francia

Panoramica collinare scattata nel 1870 dal Monte dei Cappuccini in direzione Castello del Valentino

Per tornare agli anni ’70, in Corso Mediterraneo angolo via Cristoforo Colombo, accodati ad un passaggio a livello

Sempre negli anni ’70 incastrati tra le mura di Porta Palazzo ad osservar musi e retro delle automobili di quel periodo, magari giocando a leggerne le targhe “TOMO” “TOFI”, il passatempo preferito dei bimbi in viaggio lungo le autostrade, laddove le sigle variavano aumentando le possibili combinazioni numero-letterarie. MI TO VE NA PA…

Ed eccolo più vigoroso che mai, a sollevar macigni presso Porta Palazzo, Maciste negli anni ’70 – ’80
Ringraziamo Hugo Hugo Daniel per averci dato la possibilità di poter utilizzare materiale proveniente dalla sua collezione personale. Ringraziamo inoltre Torino Piemonte Antiche Immagini provvisto di un immenso repertorio catalogato nella Pagina fb.

Ritroviamo Piazza San Carlo priva di vetture, per riuscirci, o si arriva ai recenti giorni nostri, oppure si torna indietro di parecchio nel tempo, come in questo caso…1880.

1910 una panoramica cittadina permette di vedere la collina da una prospettiva diversa

Altro panorama particolare, dove si vede piazza Carlo Felice nel 1940:
Nel 1960, quando la città venne ampliata verso sud, questa zona ospitava la Porta di accesso al centro “Porta Nova”, attraverso la via “Nova” (attuale via Roma).
Successivamente, nel 1822, Gaetano Lombardi disegnò il primo prospetto di quello che diventerà il “Largo del Re”, consistente in un allargamento del viale (oggi corso Vittorio Emanuele II), con la comparsa di nuovi caseggiati neoclassici, sia verso il nascente “Borgo Nuovo”, sia verso l’attuale via XX Settembre.

1942 piazza Castello

1967 il giorno è quello della scomparsa di Gigi Meroni (15 ottobre), il luogo inquadrato diventa un quesito…

1986 tempi più recenti, il dubbio su quale angolo della città sia inquadrato porta ad avanzare ipotesi…

Un angolo di piazza Vittorio negli anni ’70

Prime stazioni di servizio AGIP Petroli “Enrico Mattei” in corso Agnelli angolo corso Tazzoli, siamo nel 1956

In questa fotografia datata 1955 vi è inquadrato il cavalcavia di corso Grosseto (da qualche anno abbattuto) in fase di costruzione. Attualmente al suo posto vi è una rotonda.

L’Apollo situato in largo Giacchino ripreso negli anni ’80

Facciamo per la terza volta un enorme balzo indietro nel tempo, siamo nel 1640, di fronte ad una vecchia mappa cittadina.

Per poi subito ritornare negli anni ’80 in piazza Castello, di fronte via Roma.

Una affollata (di vetture) piazza Albarello in una fotografia del 1965

Un dipinto del 1860 ritrae Casaforte d’Acaja in piazza Castello frequentata da madame monsù e commercianti

La stessa piazza Castello ottant’anni dopo, siamo nel 1950, al posto delle madame pedoni, dei monsù automobilisti, dei commercianti un vigile..

Torniamo nel 1865 in una irriconoscibile impolverata piazza dello Statuto, ancora senza monumento ai caduti del Frejus.

E poi di nuovo nel caos del 1950, in una piazza San Carlo

1940 piazza Solferino

1952 con un dipinto di piazza Vittorio

Cinque anni dopo, Porta Susa nel 1955. Al fianco della stazione si osserva il ponte che conduceva in corso Inghilterra sopraelevandosi sopra i binari.

1965 un affollata Marus

Una colorata fotografia del 1965 ci mostra via Cernaia in corrispondenza della caserma dei Carabinieri

Otto anni dopo, nel 1973, via Cibrario all’altezza del cinema Statuto.
Il cinema, sito in via Cibrario 16-18, prendeva il nome dalla vicina piazza, , nel quartiere San Donato.
Il 13 febbraio 1983 avvenne un incendio che provocò la morte di 64 persone, in quel momento si stava proiettando il film “La capra”. Pur potendo contenere circa 1200 posti erano presenti “solo” un centinaio di persone.
I presenti, nel tentativo di fuggire, trovarono le uscite di sicurezza chiuse.

Via Cottolengo con banchi di commercio nel 1900.

Paratie protettive durante la costruzione della Torre Littorina, situata in via Viotti 1. Costruita tra il 1933 e il 1934 segnò lo skyline del centro di Torino, in bilico tra razionalismo e stile Novecento, innovativo per l’epoca.
Opera dell’architetto Armando Melis de Villa (1889-1961) e dell’ingegnere Giovanni Bernocco ideatori del dell’edificio residenziale più alto di Torino.
Realizzato nell’ambito della ricostruzione di via Roma nuova.
Con i suoi 19 piani la Torre Littoria è il primo grattacielo civile torinese in struttura metallica, rivestita da un involucro in laterizio.
Originariamente destinata ad ospitare la sede del Partito nazionale fascista, la torre è stata acquisita dalla Società Reale Mutua Assicurazione (che ne ha finanziato la costruzione) e destinata a residenze di lusso e uffici.

1989 Via Lagrange angolo piazzetta Lagrange, di fronte a Marvin.

Piazza Bodoni così come si presentava negli anni ’50, anche in quella parte del centro non mancavano le vetture parcheggiate.

Sempre anni ’50 corso Tortona angolo via Oropa.

Come epoca rimaniamo negli anni ’50, spostandoci sui murazzi dove barcaroli e pescatori la fanno da padroni..

Sempre anni ’50 in piazza San Carlo gremita di persone in attesa di un qualche evento…

Zona e Chiesa a Regio Parco …anni ’50

Nitida fotografia a colori immortala ciclisti e vetture in piazza San Carlo

Angolo di piazza Vittorio negli anni ’80

Sempre un ala di piazza Vittorio vestita di bancarelle, nel 1980

Porta Palazzo negli anni ’90

Rimaniamo negli anni ’80, in piazza Castello di fronte alla chiesa San Lorenzo, e ad un Ritmo Fiat in fase di Manovra.
La Chiesa di san Lorenzo con Cappella ducale dedicata al santo titolare del giorno in cui venne vinta la battaglia di San Quintino (10 agosto 1557), fu progettata da Guarino Guarini che, tra il 1670-1679, vi innalzò una stupefacente cupola ad archi intrecciati. L’interno è preziosamente decorato con marmi policromi.

Anni ’80-’90 piazza Vittorio inquadrata dalla Chiesa Gran madre di Dio

Anni ’60 corso Giulio Cesare in corrispondenza del Ponte Mosca

Corso Vercelli e via Pinerolo negli anni ’70

1985 Fabbriche acciaierie Ferriere in corso Mortara, adesso abbattute e diventate parte integrale del parco Ferriere.

Anni ’60 Una madamina in costume posa accanto ad una Fiat 11o Special

Gara ciclistica svolta nel 1945 in località da definire…

Una fotografia del 1980 inquadra l’hotel Fujot posizionato in corso Orbassano 464

Torniamo a Porta Palazzo, in piazza della Repubblica sopra la tettoia del mercato al coperto, l’anno è il 1958.

Terminiamo questa prima serie con una fotografia del 1980, ambientata a Porta Susa, piazza XVIII Dicembre