…a Torino
Arrivare a Torino “in treno” e scendere presso la stazione ferroviaria di Porta Nuova.
“Dov’è Torino? Dove si è capitati? Ma soprattutto: Cosa Visitare?”
Lo smart-phone può essere d’aiuto, si fa una rapida ricerca…:
Torino, capoluogo del Piemonte. Torino, abitata da 869.000 persone. Torino ex capitale d’Italia, dell’automobile, della moda..
Torino, città economico-produttiva, importante polo universitario, artistico, turistico, scientifico, oltre che culturale.
Si apre Google-maps, zoomando s’osserva la città collocata sull’estrema sinistra della Pianura Padana, circondata dalla catena delle Alpi.
Un ulteriore zoom allontana linearmente dalla propria posizione:
Verso Est si trovano…Fiume Po, Collina, Pianura Padana, Pavia, Verona, Slovenia, Ucraina, Asia.
Direzione Ovest…Borgata Parella, Collegno, Rivoli, Susa, Alpi “Frejus”, Francia, Oceano Atlantico.
Verso Sud…Mirafiori, fiume Sangone, Nichelino, Cuneo, Roero, Liguria, Mar Mediterraneo, “Tunisia”-Africa..Polo
Verso Nord…fiume Dora, fiume Stura, Rivarolo, Saint Vincent, Alpi “Monte Rosa”, Svizzera, Germania, Danimarca, Norvegia…Polo.
Il telefono “muore”, non si ha più nessun collegamento we-fe.
Si ritorna coi piedi per terra, si risollevano naso e cinque sensi.
Si ritorna al Nostro Punto di Partenza: Porta Nuova.
“Che cosa fare? A chi domandare?…Un addetto al controllo dell’ordine pubblico potrebbe fare al caso”
Proprio in quel momento uno sta stazionando poco distante nell’atrio, accanto ad un pianoforte garbatamente suonato da un giovane.
Lo si raggiunge.
…Le parole dell’uomo indicano l’inizio dell’itinerario, il resto verrà strada facendo..
Uscendo dal lato Est si trova via Nizza, adiacente al quartiere San Salvario, coi suoi palazzi ottocenteschi, localetti riadattati per gli aperitivi, bottegucce, multietnia di ventennale insediamento.
Sotto ad un balcone vi è un enorme pipistrello. Cercarlo farebbe da gioco per scoprire antichi odori nostrani mescolati ad aromi lontani. Il Mondo è qua.
Sul lato Ovest c’è via Sacchi, coi suoi portici mesti e vissuti. Oltrepassando ci si infila dentro vie squadrate, costituenti parte del quartiere Crocetta, turisticamente non presenta molto, a parte qualche edificio stile Liberty, il mercato e la Chiesa.
Di mercati e di Chiese Torino abbonda.
Una madamina vestita di tutto punto, pizzo e merletti cammina sciorinando un sorrisino austero, garbatamente velato sotto un ampio cappello.
Verso Sud, si dipana corso Turati, poi Unione Sovietica, dritto dritto, affiancato da abitazioni ed uffici finisce in una zona dove lavorativamente pulsava un motore nazionale. La Fiat.
Volendo visitare il centro storico della città l’uscita sul lato di corso Vittorio Emanuele II è la scelta migliore.
Quindi, avanzando in direzione Nord, attraversato il corso, ci si trova nei giardini di piazza Carlo Felice, piazza contornata da portici.
Da qui si può incominciare.
Considerando che Torino e’ la seconda città italiana, dopo Bologna, per lunghezza di portici (18 km.) seguendoli si ha modo di incontrare gran parte delle bellezze cittadine, col vantaggio che in caso di pioggia si rimane all’asciutto.
Da piazza Carlo Felice parte via Roma, nobile ampio corso commerciale, dove i torinesi si riversano durante i fine settimana, per far quattro passi di lusso.
Parallelamente, sulla destra, corre via Lagrange, elegante quanto raffinata via pedonale, ricca di negozi e caffè.
Lì dove in quel momento quattro giovani si esibiscono diffondendo una sonata d’opera con contrabbasso viola e violini, studenti ruspanti del Conservatorio Giuseppe Verdi, della vicina piazza Bodoni.
Parallela a via Roma, sulla sinistra, s’allunga via XX Settembre, via riservata ai mezzi pubblici. Fino all’intersezione con via Pietro Micca ha poco da offrire.
Tornando a Porta Nuova…
Proseguendo lungo via Roma, caratterizzata da ampie boutique e negozi, dopo circa quattrocento metri si raggiunge piazza CLN, dove, la presenza di due enormi fontane raffiguranti i corpi adagiati di un uomo barbuto ed una donna seminuda, rappresentano il fiume Po e la Dora.
A ridosso, due chiese gemelle (San Carlo e Santa Cristina) s’affacciano su piazza San Carlo, considerata il salotto della città è centrata dal monumento equestre “Caval ‘d Brons”.
Sotto i portici, oltre agli esercizi commerciali, si trovano diversi caffè storici, di fronte ad uno di questi, lastricato sul suolo, figura un torello in bronzo. Cercarlo per calpestarne l’intimo si dice porti fortuna.
Da non confondere con i “Torèt” verdi delle tipiche fontanelle torinesi. Se ne possono trovare 813 sparse in tutta la città.
Poco più avanti un drappello di anziani diffonde musica e canzoni, quotidianamente si ritrovano per cantare motivi per lo più napoletani, improvvisando con voci e strumenti cori “jamme ja’” made in Turin.
Oltrepassando piazza San Carlo, si prosegue per circa 200 metri lungo via Roma, fino a sbucare nel vero centro cittadino, Piazza Castello.
Parallela sulla sinistra di via Roma corre la Galleria San Federico. Una bomboniera edile contenente boutique e caffè, oltre al cinema Lux.
Parallela, ma sul lato opposto, via Accademia delle Scienze (appendice di via Lagrange), ospita al n°6, il Museo Egizio. Secondo per rilevanza mondiale, dopo quello del Cairo.
Proseguendo s’incontra piazza Carignano, dove sulla destra si può ammirare il palazzo omonimo, sede del primo parlamento Italiano. A sinistra c’è il Teatro.
Davanti si spalanca Piazza Castello.
Contornata da portici, presenta nel centro: Palazzo Madama. Complesso patrimonio mondiale dell’Unesco, per metà bianco marmoreo, edificato nel 1718 su disegno di Filippo Juvarra, e per metà Castello Casaforte degli Acaja, antica porta d’ingresso della città.
Sul fondo della piazza, si offre poderoso il Palazzo Reale, con la sua piazzetta ed i sui verdi giardini.
A destra della piazza, al n°215, il Teatro Regio.
Adiacente alla piazzetta Reale parte via Palazzo di Città, uno dei numerosi vicoli dalle antiche fattezze. Seguendolo si finisce in Piazza Palazzo di Città (Municipio).
Li dove un gruppo di manifestanti sventola striscioni rivendicando diritti a ridosso del monumento al Conte Verde. Statua raffigurante Amedeo VI di Savoia, vissuto nel “1334-1383”, ed eseguita da Pelagio Palagi nel 1847.
Penetrando la piazzetta Reale ci si imbatte nella Chiesa di San Lorenzo. Oltre si finisce in piazzetta San Giovanni, dove il Duomo cittadino ospita la Sacra Sindone.
Sul lato opposto, varcata via XX Settembre, un giardino trafitto da diversi reperti vede innalzarsi la Porta Palatina, Ovvero l’antica porta settentrionale cittadina, edificata il I sec. A.C.
Proseguendo si finisce in largo IV Marzo, nicchia dalle fattezze medievali rimaneggiate.
Noto per il nome considerato “infelice” si innalza la casa del Pingone, edificio del XV secolo, visitabile e appartenente alla piccola nobiltà dei Savoia. Ai piedi un randagio girovaga fiutandone le basi.
Adiacente allo slargo e alla Porta Palatina l’immensa piazza della Repubblica ospita il mercato di Porta Palazzo. O Porta Pila.
Contenete il Mercato alimentare all’aperto tra i più grandi e famosi d’Europa.
Vi si può trovare di tutto, dalla frutta di provenienza contadina, ai cibi internazionali, al vestiario, a qualsiasi prodotto.
Col suo quartierino stile ‘700 fatto di botteghe e baretti, dove tutti i sabato e ogni seconda domenica del mese si svolge il Balon (mercatino delle pulci) si ha la sensazione in poche centinaia di metri di aver cambiato paese, Continente.
Si è a Borgo Dora.
Dove un antico arsenale delle armi e’ divenuto Polo internazionale della cultura, dell’integrazione, del volontariato…e della pace..Sermig.
Facendo qualche passo indietro torniamo in Piazza Castello.
Alle spalle vi è la spettacolare Galleria Subalpina, un ottocentesca struttura-confetto farcita da una libreria antiquario, ristorantini, caffè storico e cinema Romano, collega la piazza a via Battisti.
Mark Twain nell’800 se ne innamorò.
Sulla destra parte via Po, seguiamola.
Caratterizzata dalla presenza (sul lato sinistro) di portici coprenti anche le intersecazioni con le vie, appositamente voluti dal Re onde evitare di far bagnare la Regina nei giorni di pioggia.
La strada conduce nell’imponente Piazza Vittorio Veneto, piazza porticata più grande d’Europa.
Poco prima, sulla sinistra, in via Montebello 20, si trova il simbolo della città: la Mole Antonelliana. Opera di Antonelli, nata nel (1863-1889) come sinagoga, coi suoi 167,5 m. è rimasta per diverso tempo la struttura in muratura più alta al mondo. Attualmente ospita l’eclettico Museo del Cinema, con annesso ascensore panoramico.
Poco oltre, in via Giulia di Barolo angolo corso San Maurizio, si trova casa Scaccabarozzi, o Fetta di Polenta, uno degli edifici più sottili al mondo, costruito per scommessa sempre da Antonelli.
Ritornando in piazza Vittorio e seguendo i portici si finisce lungo le rive del fiume Po, ai cosiddetti Murazzi. Sulla sponda opposta del fiume, attraversando il ponte Vittorio Emanuele I, s’eleva la chiesa Gran Madre di Dio. Luogo di culto, ultimata nel 1831, formalmente e proporzionalmente ispirata al Pantheon, dove si ritiene possa essere custodito il segreto del Sacro Graal.
Si è giunti ai piedi della collina torinese.
Procedendo lungo la strada che sale (via Villa della Regina), si incontra dapprima la Villa della Regina, seicentesca residenza sabauda. Successivamente, andando poco più su, il Monte dei Cappuccini. Conosciuto, oltre che per la vista panoramica (love to love), per la Chiesa barocca affidata ai frati Cappuccini, ed il Museo della Montagna.
Procedendo oltre si può salire per 6 km. fino a raggiungere il colle della Maddalena, attorno vi è il Parco della Rimembranza. In cima il Faro della Vittoria, monumento colossale dedicato alla Vittoria Alata.
Ritornando in piazza Vittorio:
Se anziché oltrepassare il ponte sul fiume PO, si svolta a destra seguendo i Murazzi, si raggiunge il parco del Valentino. Polmone verde lungo una decina di chilometri, con nell’interno, adiacente allo scorrer del fiume, la ricostruzione di un antico Borgo Medioevale, e oltre, il Castello del Valentino (sede della facoltà di architettura), più in là ancora: l’orto botanico.
Percorrendolo persi nel verde non si mancherà d’assistere agli allenamenti di atleti amatori d’ogni genere. Anche il fiume fluisce solcato da canottieri appartenenti a diverse scuole di canottaggio, prestigiose quanto antiche.
Tornando in Piazza Castello:
Svoltando sulla sinistra ci si infilerà in una delle rare vie trasversali del centro città, via Pietro Micca. Seguendola si finirà, prima in piazza Solferino, con la sua fontana Angelica, successivamente, proseguendo lungo via Cernaia, si raggiungerà il Mastio della Cittadella, dove sarà possibile addentrarsi nei cunicoli sotterranei, mediante visita al Museo Pietro Micca (via Francesco Guicciardini 7/A).
Proseguendo ancora, oltrepassata la storica caserma dei Carabinieri si sbucherà in piazza XVIII Dicembre, dove la struttura antica di Porta Susa risalta al cospetto dell’avveniristica Stazione ferroviaria di recente costruzione.
Lì vicino, raggiungibile con orientamento a vista, si eleva di 167,25 m. (distribuiti in 27 piani operativi) il Grattacielo San Paolo, sede dell’enorme gruppo bancario ed opera moderna di Renzo Piano, denominata “Un frammento di ghiaccio a Torino” è aperto al pubblico (per una visita panoramica e ristorazione).
Da non perdere, se non altro per la suggestiva esperienza, la visita presso il museo dell’ex Carcere “Le Nuove” (inaugurato nel 1870 ed attivo fino al 1986). Con ingresso in prossimità del Grattacielo, in via Paolo Borsellino 3.
Poco distante, presso Piazza Statuto, in prossimità dell’attraversamento del 45° Parallelo, s’innalza il monumento ai caduti del traforo Frejus, una vetta di rocce e persone con un Angelo alato in cima, venne costruita nel 1879. Non è chiaro il motivo per il quale l’Angelo volta le spalle al Frejus.
L’area è al vertice di un triangolo di magia nera, che vede congiunte Torino insieme a Londra e San Francisco. In origine, quando Torino era la Augusta Taurinorum, dimensionalmente ridotta e circoscritta in un’area distante da questa, proprio qui in prossimità della piazza vi era un antica Necropoli.
Tornando in Piazza Gran Madre di Dio, mantenendo il parco e fiume Po sulla propria sinistra, vale la pena raggiungere borgata Sassi. Da dove parte la funicolare “Denteira” con destinazione Superga.
…
BASILICA DI SUPERGA.
Collocata sull’omonima collina, (672 mt. sul livello del mare), a 10 km. circa dal centro cittadino, venne edificata per un voto fatto dal Re Vittorio Amedeo II, il quale, il 2 settembre 1706, salendo in cima a Superga insieme al principe Eugenio, per osservare i sottostanti campi di battaglia dove si sarebbe dovuto svolgere lo scontro contro le truppe francesi, decise che in caso di vittoria lì vi avrebbe fatto innalzare una grande Chiesa.
Il 7 settembre, a seguito di una sanguinosa battaglia, le truppe Piemontesi ebbero la meglio sui vicini oltralpe, che dovettero battere in ritirata, liberando Torino.
Oltre che per l’imponente Basilica, Superga è ricordata anche per una più recente tragedia sportiva, quando, il 4 maggio 1949, l’aereo che portava la squadra del Grande Torino a causa della nebbia si schiantò contro la cima della collina.
Un ulteriore zoom allontana linearmente dalla propria posizione:
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