– Aill Lingotto, for “Comics”..-
Lui pacioso, paffuto, infagottato, così come lei, un po’ più piccina.
Gli risposi col mio “inglisch”
– Hallo, Lingotto Fiere?..yesss, i go immediatley..-
Presero quindi a parlarmi in inglese.
Un inglese svizzero del cantone tedesco.
-We..bla bla bla..experience..bla bla..bla bla..ha ha ha –
Non ci capivo nulla, il ragazzo parlava parlava, ridendo di tanto in tanto.
Io muovevo il capo su e giù, sorridendo ad ogni loro risata, senza capire, o meglio, giusto un paio di parole ogni frase.
E da quel poco provavo a dire la mia.
Lo facevo più che altro per ricambiare la loro simpatia.
Per rendere l’idea cito uno scambio di frasi, estrapolate dal dialogo che andò avanti per tutto il tragitto, ovvero una ventina di minuti.
Lui:
-Oh yes..bla bla bla…bla bla..ha ha ha…bla bla..in Manilla where…bla bla bla..ha ha ha –
Avevo capito solo Manila, così presi a parlare raccontando che negli anni ’70, Cassius Clay in Manila aveva tenuto un importante match contro Freezier.
Incontro mondiale di boxe, chiamato appunto: “Trilli in Manila”.
Adesso, immaginate voi, quei due che si trovano ad ascoltare un tassista che in una lingua che a malapena conosce, racconta qualcosa su un tizio che non si sa chi sia..
Mi guardavano attoniti.
Facevano “si” col capo, ridacchiando senza troppa convinzione. Esattamente come me quando a parlare erano loro.
La destinazione arrivò, ponendo fine al supplizio di un dialogo surreale, dagli argomenti fuori ogni logica (i miei, i loro non so).
Io, di tutte le faccende raccontatemi, alla fine non ci ho capito nulla, ma quello che mi ha maggiormente stupito è che in ultimo m’hanno anche lasciato la mancia.

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