Uno dei capolavori cinematografici scritto, diretto e interpretato da Woody Allen: “Hannah e le sue sorelle”, girato nel 1986, pur parlando di New York, mostra alcune scene registrate a Torino, all’interno del teatro Regio.
Il regista Newyorkese decise di recarsi sin qua da noi presso ol teatro Regio, a riprendere le scene con i frammenti dell’opera “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini (Orchestra del Teatro Regio; direttore d’orchestra: Angelo Campori, regia: Carlo Maestrini, scene: Pasquale Grassi, costumi: Tirelli), in quanto l’opera venne eseguita per la prima volta proprio al Regio di Torino.
…A New York si intrecciano le vite di tre sorelle s’intrecciano: Hannah, madre di quattro figli e attuale consorte di Elliott che la tradisce con la giovane cognata; Lee, convivente di Frederick, scorbutico pittore misantropo; infine la squinternata Holly che, in seguito a numerosi insuccessi artistici dettati anche dall’abuso di cocaina, si scopre scrittrice.
Quest’ultima trova l’anima gemella in Mickey, squilibrato regista televisivo ed ex marito di Hannah, parzialmente guarito dalla sua assillante ipocondria dopo un tentato suicidio.
Come nella sequenza iniziale, anche in quella conclusiva la singolare famiglia che ha ormai trovato un equilibrio si ritrova attorno ad un tavolo per festeggiare il Giorno del Ringraziamento. (da:http://www.torinocittadelcinema.it/)
Dichiarazioni:
«Inizialmente il film doveva raccontare di un uomo che si innamora della cognata. Poi, d’estate, ebbi modo di rileggere Anna Karenina e pensai che sarebbe stato interessante che il mio personaggio maschile passasse da una storia all’altra… Ho una terribile attrazione per i film, i drammi teatrali o i libri che esplorano la psiche delle donne, soprattutto quelle intelligenti»
(W. Allen, “The New York Times”, 1986, citato da E. Ghirlanda, Woody Allen, Il Castoro, Milano, 1995).
«Quando mi preparavo a girare Hanna, Gordon Willis era impegnato nelle riprese di un film che sarebbero durate a lungo, ed il nostro non poteva aspettare, dovevamo iniziare a girare. Ho dovuto dunque trovare un altro direttore della fotografia.
[…] Carlo Di Palma è sempre stato uno dei miei operatori preferiti. Era disponibile, è venuto negli Stati Uniti. Abbiamo cominciato a discutere molto. La mia collaborazione con Carlo non è differente da quella con Gordon se non per un aspetto. Carlo E Gordon sono tutti e due dei formidabili operatori. Gordon è senza dubbio un po’ più abile, tecnicamente parlando, e Carlo più impregnato di questo stile europeo che privilegia il movimento, la mobilità.
[…] Quando ho cominciato a lavorare con Gordon, non sapevo molto di questo mestiere. Gordon, che è un genio, mi ha educato […].
Al contrario, quando ho conosciuto Carlo, ero sicuro di me, sapevo ciò che volevo.
Avevo già sviluppatoli mio proprio stile» (W. Allen, in Woody Allen. Entretiens avec Stig Björkman, Cahiers du Cinéma, Paris, 2002).
«Il pubblico lo ha amato [Hannah e le sue sorelle], ma io lì ho fatto degli errori tremendi» (W. Allen, “La Stampa”, 13.5.2008).
«È successo qualche anno fa: dei giornalisti avevano domandato a Woody perché mi aveva voluto e lui, dopo un silenzio di qualche secondo, aveva chiesto “Ma voi avete visto Deserto rosso?”»
(C. Di Palma, “La Stampa”, 13.4.1997).

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