Juliette Colbert di Maulévrier, coniugata con Falletti di Barolo; (Nata a Maulévrier il 27 giugno 1785 e deceduta a Torino, il 19 gennaio 1864).
Fu una marchesa francese naturalizzata italiana, meglio conosciuta come la Venerabile Marchesa Giulia di Barolo.
Nata da una nobile famiglia nella Loira Francese, durante l’adolescenza fu una damigella d’onore della prima moglie di Napoleone Bonaparte.
E proprio nell’ambiente nobile che conobbe il marchese piemontese: Carlo Tancredi Falletti di Barolo, che sposò a Parigi nel 1806.
Coppia unita da solidi principi di fede e carità, nel 1814 si trasferirono presso il palazzo di Barolo, a Torino.
Centro di ritrovo d’elite e spiritualità, dove trovò ospitalità reduce dala prgionia, il patriota Silvio Pellico.
A Torino la nobildonna si dedicò all’assistenza delle carcerate, ed intraprese iniziative benefiche, quali: rendere le scuole gratuite, fare assistenza ai poveri elargendo abbondanti donazioni.
Inoltre, finanziò, assime al marito, la costruzione del cimitero Monumentale, fondò la Congregazione delle suore di Sant’Anna, si impegnò in favore dell’istruzione, dell’igiene e presentò al governo di allora un progetto di riforma carceraria.
Nel 1838, quando il marito morì, venne sepolto nel cimitero da poco realizzato e da loro finanziato.
A partire dal 1845, la donna si dedicò al perfezionamento della coltivazione e della vinificazione del celebre vino Barolo.
Vino preferito e scelto da Carlo Alberto di Savoia, che sovente si recava presso le loro tenute e cantine, nell’omonimo paese delle Langhe.
La marchesa infatti apparteneva all’antico lignaggio di nobile tradizione enologica francese, disciplina che iniziò dai suoi antenati circa due secoli prima, nella regione di Reims, quindi nei castelli di Brézé e di Maulévrier, presso le regioni della Loira.
Un anno dopo l’unità d’Italia, nel 1862, la Marchesa finanziò, presso il quartiere Vanchiglia, la costruzione della chiesa di santa Giulia. Chiesa dedicata a Santa Giulia di Corsica (sua ononima).
I lavori iniziarono nel 1863, in presenza della Marchesa, per terminare nel 1866, data nella quale Giulia di Barolo non poteva assistere all’opera ultimata, in quanto la donna si spense nel 1864. La via adiacente alla chiese le fu dedicata.

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Ho conosciuto “Palazzo Barolo” e ci sono stato più di una volta; gli spazi all’interno sono di gran bellezza e valore. In particolare, ricordo la stanza di Silvio Pellico…
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io in collegio nel palazzo Barolo.giravo nelle stanze,sostavo nella camera dove mori’ Silvio Pellico.Ricordo le cantine del Palazzo , cerano catene nelle stanze prigioni. Ho vissuto x 4 anni nel Palazzo Barolo. Eravamo chiamate Baroline.
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