Quando agli inizi del 1800 Napoleone blocco’ l’esportazione del cacao in Piemonte, di rimando le cioccolaterie nostrane, per continuare a produrre dovettero ovviare utilizzando come surrogato, nocciole locali.
Nel 1832, La neonata Caffarel, (fondata da Prochet e Caffarel) adopero’ per la produzione di cioccolata, anziche cacao, le nocciole che, allora come oggi, abbondavano nella zona delle Langhe (nocciole tonde e gentili).
Il risultato fu un impasto cremoso e chiaro chiamato “Givu” (bocconcino), divenuto famoso durante la presentazione nel carnevale del 1865, quando venne distribuito al pubblico dalla maschera di Gianduia.
Un cioccolatino nato in una citta’ regale quale Torino non poteva che vestire in oro, e per vestire in oro non poteva che assumere la forma di un prezioso lingotto..Che poi fa rima anche con Giandujotto.

(immagine storica presa da: www.somewhere.it )
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