Lunghe ombre proiettate sulla via caratterizzavano il pomeriggio intanto che in alto scie d’aerei si dissolvevano con difficoltà.
Fu in quel momento che da di fronte vidi arrivare un signore, con se portava zaino e valigetta in legno. Lo zaino lo caricai dentro il cofano del taxi, la valigetta la volle tenere con se.
Era agitato, disse di portarlo al più presto presso il vicino commissariato.
Non dovevo fare molta strada, ma toni e parole che egli farneticava non mi piacevano affatto.
Ce l’aveva con i responsabili della crisi, con le banche e con l’intera società.
Attraverso lo specchietto gli osservavo il viso, senza però riuscire a scorgere che cosa stesse facendo con le mani.
Parlava parlava, io lo assecondavo, la sua voce vibrante ipotizzava conclusioni drastiche.
Pensai di slacciarmi la cintura di sicurezza, ma poi il dispositivo avrebbe preso a suonare, così preferii evitare.
Dalla chiavetta usb cercai e misi una canzone allegra, a medio volume.
In taluni casi occorre agire di psicologia.
Era un pezzo di Celentano, ricordo: “Viola”.
” Cazzo di cantante!!!..”
Sbraitò.
Odiava Celentano e subito lo aggiunse alla lista dei nemici assoluti.
Arrivati di fronte al commissariato, il tizio vi si precipitò dentro.
Presi lo zaino che aveva lasciato nel bagagliaio, lo consegnai in guardiola, quindi me ne andai.
Non so che cosa sia accaduto dopo, ma ricordo di aver provato un senso di dispiacere…
Verso quel tizio fuori di senno…verso la parte buona della società…Verso la parte sana dell’economia…
E un po’ anche verso Celentano.
