Nel lontano settembre del 1863 Dostoevskij venne a Torino.
Accompagnato dalla sua amata Apollinarija Prokof’evna Suslova, fece tappa in città in attesa di ricevere danaro.
Difatti, dopo aver dilapidato il suo patrimonio a Wiesbaden a causa del vizio del gioco, oppresso dai debiti e da turbolenti pensieri, lo scrittore scriverà in una lettera indirizzata al fratello, d’essere giunto in Italia per trovare ispirazione per scrivere un romanzo, confessando però di voler allontanarsi al più presto dall’”odiosa” e “noiosissima” Torino.
Nel suo romanzo “Il giocatore” compariranno elementi autobiografici e fatti di quel periodo.

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