Tempo fa andammo a far visita al carcere: “Le Nuove”, da anni diventate museo.
Ad accompagnarci come guida: Giancarlo Stanga, un garbato signore capace di trasmettere nell’intimo quello che il contesto mostrava.
Le Nuove sono un complesso carcerario costruito tra il 1857 e il 1859, nell’allora periferia cittadina. Attive dal 1870 al 1989, in zona corso Vittorio angolo via Borsellino.
Fu edificato per racchiudere in un unica struttura le numerose piccole celle allora sparse nella città. Celle dove i detenuti erano raggruppati in angusti spazi maleodoranti e privi di igiene.
Al tempo, sotto l’egida di Vittorio Emanuele II, Torino, divenuta capitale del Regno d’Italia, venne ampliata con caratteristiche all’avanguardia. E in quelle rientrò l’edificazione del carcere ad isolamento totale.
Un innovazione carceraria del tempo fu la costruzione di celle singole per ciascun detenuto. Si contano 648 celle dalle dimensioni di 2, 26 metri di lunghezza, 4metri di larghezza, 3 metri d’altezza, provviste ciascuna di una finestrella per la presa d’aria, collocata a 2, 10 mt.d’altezza.
Il carcere comprendeva:13 bracci, 6 cortili e 2 cappelle, in un area di 37.632 metri quadri. Racchiusa da una doppia cintura muratoria, una alta 5 metri, con ai vertici 4 torrette di guardia.
Era un carcere assai temuto, in quanto fino al secondo dopoguerra nell’interno venivano applicate regole assai rigide.
Durante il periodo fascista, un braccio fu utilizzato dai nazisti a fini politici e per torture.
Negli anni cinquanta la struttura ricevette un mutamento migliorativo, riguardo alla qualità della forzata degenza. Vennero unificati i cortili, ampliate le finestre, installato il riscaldamento nelle celle, istituiti locali per corsi professionali, ed asilo per la prole delle detenute.
Dalla fine degli anni ’80 la zona penitenziaria fu trasferita al carcere Le Vallette.
Le Nuove attualmente è diventato un museo.
http://www.museolenuove.it/

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