Il carnevale viene festeggiato in tutto il mondo nei paesi di tradizione cattolica, pur essendo una festività che ha origine intorno al 400-500 A.C.; quando nelle “dionisiache” greche per qualche giorno venivano soverchiati i ruoli sociali, arricchendoli di scherzi e dissolutezze.
La maschera del Piemonte è Gianduja, nato verso fine ‘700 dalla fantasia di due burattinai, Gioacchino Bellone di Oja (Racconigi) e Giovanni Battista Sales di Torino.
Il suo nome deriva dalla locuzione “Gioann dla doja, ovvero Giovanni del boccale”.
I due erano allievi di Gioanin ëd j’Usèj (Giovannino degli Uccelli), famoso burattinaio dell’epoca. Sales e Bellone, come usavano fare gli artisti dell’epoca, erano soliti girare in lunghe tournée che si spingevano anche in Liguria portando in scena le avventure di Giròni (in italiano, Gerolamo). Il Doge di Genova di quel periodo si chiamava “Gerolamo Durazzo” ed i genovesi, lo identificarono nel burattino Giròni, che ne ridicolizzava il nome .
Si suppone un intervento della polizia ai danni del duo convincendolo (coi modi di allora) a far cambiar nome al proprio burattino.
Fu quindi da poco prima del 1804 che Gironi divenne Gianduja. Sales e Bellone si stabilirono a Torino, nel teatrino di San Rocco, successivamente ribattezzato Teatro Gianduja. Poco dopo Sales inaugurò il circo avente il suo nome, ma attanagliato dai ingenti problemi economici morì in miseria. Bellone si era nel mentre ritirato dalle scene.
Gianduja divenne così protagonista di nuovi spettacoli di altre compagnie, in particolar modo quella dei marionettisti ferraresi Lupi. Grazie all’abilità artistica dei Lupi, Gianduja riuscì ad affascinare autori del calibro di Edmondo De Amicis.
