Torino capitale del Regno d’Italia era divenuta città di rilevanza mondiale, non che già non lo fosse, ma una rapida espansione generale faceva si che nel 1862 contava quasi 205.000 abitanti.
Malgrado ciò, il suo ruolo di capitale era scomodo e da molti contestato.
Diversi politici, tra i quali il presidente del consiglio Minghetti, ne chiedevano il cambiamento a favore di una città geograficamente più centrata nel paese. Questo il motivo dichiarato.
Quando, nel 1864, Minghetti fece accordi con la Francia, per ufficializzare il cambiamento, i cittadini insorsero e lo fecero assieme al Regio Esercito dando inizio ad una sanguinosa strage, motivata dalla perdita, oltre che di prestigio, di lavoro legati all’indotto portato dai ministeri.
Malgrado i feroci tafferugli e manifestazioni, la capitale venne comunque trasferita, dapprima a Firenze, successivamente a Roma.
All’ingente perdita conseguente a siffatta decisione Torino reagì dando inizio ad uno sviluppo industriare che la consacrerà in un imminente futuro capitale economica del paese.
A conferma di ciò già nel 1866, il sindaco Galvagno promosse l’edificazione di nuovi canali e mulini per l’acqua e l’energia da utilizzare per le prime industrie.

(Immagine presa da: https://upload.wikimedia.org/ )