Avevo incominciato a fare il tassista da poco tempo.
Quella volta ricordo esserci una fitta nebbia, intanto che fermo presso un posteggio taxi attendevo nella periferia della città.
Non appena arrivò la chiamata “sul sistema” mi recai presso l’indirizzo indicato.
Ad aspettare c’era un signore non vedente, il quale domandò d’essere accompagnato in una località appena fuori città.
Giunti poco oltre la periferia la nebbia si fece talmente fitta da annullare la visuale attorno: ciglio della carreggiata, semafori, veicoli, svincoli. Nulla era più visibile, solo nebbia.
Nebbia e basta.
Ad evitarmi d’andare nel panico e probabilmente anche fuori strada fu la capacità del passeggero di indicare con precisione le manovre da compiere
– Ecco, qua ci dovrebbe essere una strada a destra, la imbocchi…prosegua poi per una cinquantina di metri quindi svolti a sinistra…no, non ora…ecco adesso.. – .
Io seguivo pari pari le indicazioni, procedendo a passo d’uomo senza riuscire a vedere praticamente nulla. Così facendo finalmente riuscimmo ad arrivare a destinazione.
Dopo esserci congedati, mi toccava rientrare in città.
Eh…riguardo al ricordo di ciò…nebbia totale.
